Interviste

#raccolto2020: ecco il luppolo di Cascina Motta per la birra contadina 100% italiana!

Un pezzo di paradiso birrario nel cuore della Pianura Padana: a Sale, al confine tra la provincia di Alessandria e la Lombardia, è tempo di raccolta dei luppoli  da agricoltura biologica con cui nasce la birra contadina 100% italiana e da filiera completamente aziendale di Cascina Motta. Una esperienza innovativa, rara in Italia, che vede in queste settimane il compimento di un anno di lavoro: i coni del luppolo sono, infatti, pronti per la raccolta.

Passeggiare tra i filari del luppolo, in questo periodo dell’anno, è una esperienza inebriante: gli strobili, ovvero le leggerissime pigne prodotte dalle piante femminili del rampicante, emanano una fortissima essenza resinosa, quasi agrumata, il cui profumo ed amaro sono fondamentali nella produzione della birra.

 

 

Marco Malaspina, direttore tecnico dell’azienda agricola del Birrificio contadino Cascina Motta spiega: “Il momento della raccolta del luppolo, per il nostro birrificio contadino, è solo una delle tante fasi di coltivazione, anche se è quella che ci dona la più grande gioia e soddisfazione.  La raccolta delle liane, lunghe più di 6 metri avviene manualmente, dopodiché ci avvaliamo di un separatore meccanico che ci permette di velocizzare le operazioni di separazione dei coni, ma l’occhio umano resta comunque fondamentale per le fasi di pulitura dalle foglie ed altri residui vegetali e per scartare i coni non perfetti.  Non appena accumulata una buona quantità di strobili, procediamo all’essicazione forzata impiegando la nostra malteria artigianale, che consente di produrre grandi volumi di aria calda ed asciutta alla temperatura desiderata. Non più tardi di 48 ore dalla raccolta, completata l’essicazione, procediamo alla messa sottovuoto dei coni ed alla conservazione in cella frigorifera a 12°C, fino al momento dell’utilizzo in cotta”.

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Il luppoleto di Cascina Motta rappresenta per la provincia di Alessandria ed il Piemonte uno dei più estesi per superficie ed innovativi per modalità di coltivazione: infatti, oltre a 7 varietà classiche commerciali (Cascade, Taurus, Chinook, Magnum, Perle, Saaz, Hallertau hersbrucker), è stata avviata una selezione di luppoli spontanei che sono studiati per l’impiego in birrificio. Anche il sistema di sostegno delle piante, con pali alti oltre 5 metri, è piuttosto innovativo, infatti, l’intento dell’azienda è di ridurre l’impiego della meccanizzazione e favorire l’applicazione di metodi ecosostenibili di gestione colturale, nel pieno rispetto dei dettami dell’agricoltura biologica. Il birrificio si impegna, inoltre, nel reimpiego in ottica di economia circolare degli scarti di produzione, dalle acque usate in fertirrigazione, alle trebbie della birra, che sono compostate ed utilizzate anche come fertilizzante per il luppolo.

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Malaspina aggiunge: “Quando alcuni anni fa abbiamo intrapreso la coltivazione del luppolo sapevamo che la strada non sarebbe stata facile, così come non è stato semplice produrre dei buoni cereali da malto e da birra che trasformiamo direttamente all’interno del nostro laboratorio. I risultati del raccolto del 2020 ci ripagano degli sforzi fatti… ora la sfida sarà colta da Alessandro Beltrame, il mastro birraio di Cascina Motta, che trasformerà i frutti della terra in buona birra contadina. Sloira, Cavagna, Sanpa e Tamagnun sono le referenze della nostra gamma e con il Raccolto 2020 vi si aggiungerà anche una birra tipo blanche, con il nostro coriandolo. Per il futuro abbiamo già in programma di sviluppare il nostro luppoleto, concentrandoci sulla selezione dei luppoli spontanei e provando qualche nuova varietà tra le moltissime coltivate tradizionalmente in Germania e Slovenia. Il nostro territorio ci stupisce ancora una volta: la qualità delle nostre produzione è all’altezza di quella dei territori più vocati e tradizionali”.

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La produzione di luppolo del Birrificio contadino Cascina Motta si inserisce in un contesto davvero unico in Italia e che supera il concetto stesso di birra artigianale e birra agricola: questa azienda, infatti, coltiva direttamente tutte le materie prime, spaziando dal luppolo, al coriandolo, ai cereali, eseguendo poi tutte le fasi di trasformazione, inclusa la maltazione. Con il raccolto 2020, inoltre, l’azienda ha intrapreso la produzione di farine da cereali antichi a coronamento di un concetto di multifunzionalità davvero a 360°.

Maggiori informazioni: www.cascinamotta.it

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