Luppolo maschio: questo sconosciuto!

Il luppolo è una pianta definita tecnicamente “dioica”. Questo aggettivo è un termine che si riferisce alla riproduzione sessuale delle piante ed indica che gli organi riproduttivi maschili (stami) e femminili (pistillo) sono portati su due piante distinte, cioè esistono quindi esemplari con fiori maschili e fiori femminili della stessa specie botanica.

Tale elemento è importante nella coltivazione del luppolo per molti aspetti. In primo luogo, infatti, è necessario evidenziare come solo le piante femminili siano idonee alla produzione di fiori, infatti, come evidenziato nelle immagini, l’infiorescenza maschile non è utile all’impiego né nel settore birrario, né in quello erboristico. Inoltre, bisogna ricordare come le nuove piante di luppolo “nascano” non per via sessuale, ma per moltiplicazione agamica, cioè per talea di rizoma o di tralcio, risultando così veri e propri cloni della pianta progenitrice: questa condizione è assolutamente positiva, infatti, permette di mantenere geneticamente costanti le peculiarità produttive ed organolettiche delle nuove piante e garantire, così, la rispondenza varietale.

 

Come si distinguono i maschi di luppolo?

In realtà pianta maschio e pianta femminile sono molto simili a livello di aspetto, ma si distinguono per le caratteristiche delle infiorescenze. I fiori femminili sono riuniti in infiorescenze, in forma di amenti detti strobili, dalla caratteristica forma di cono, hanno forma ovoidale e sono formate da un rachide centrale che porta ad ogni nodo due brattee di colore giallo-verde e consistenza coriacea; alla base di ognuna sono presenti due bratteole ognuna delle quali ha un piccolo fiore avviluppato in una piega alla base. Durante l’estate l’infiorescenza femminile aumenta di dimensione.
I fiori maschili, invece, sono portati in un’infiorescenza a pannocchia lassa pendula; ciascun fiore presenta un perianzio di cinque tepali giallastri verdi fusi alla base e cinque antere su filamenti corti. Le antere, hanno un solco in cui sono presenti alcune ghiandole di resina. In deiscenza producono una grande quantità di polline che sarà trasportato dal vento. I fiori maschili fioriscono tra la fine di luglio e agosto.

 

A cosa servono, quindi, i maschi?

La separazione dei sessi tra le piante rende impossibile l’autoimpollinazione, di conseguenza le piante di luppolo sono altamente eterozigoti. Pertanto le piante derivate da seme hanno una progenie estremamente variabile e per la maggior parte con un basso valore commerciale. Per questa ragione nella realizzazione di un luppoleto si usa sempre materiale propagato per via agamica da cultivar selezionate. Le piante maschili vengono impiegate esclusivamente nel miglioramento genetico per ottenere nuovi incroci: i maschi sono pertanto molto preziosi nella costituzione di nuove varietà, aspetto di assoluta importanza nel miglioramento agronomico e nell’evoluzione delle caratteristiche organolettiche e di trasformazione. Ma le piante maschili di luppolo assolvono anche ad un importantissimo ruolo in natura: infatti, la specie impiega come strategia di diffusione sia la forma di moltiplicazione agamica, colonizzando un ambiente con piante simili a se stesse, ma ha la possibilità di conquistare nuova variabilità genetica e raggiungere ambienti lontani grazie alla produzione di semi.

 

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